Marta è un’archeologa nata a Firenze nel 1984.
Perché hai deciso di diventare un’archeologa?
Quando avevo 15 anni partii per un viaggio studio in Inghilterra e così conobbi per la prima volta quella magnificenza che sono le cattedrali gotiche, appresi le intricate vicende di re, monaci e guerrieri, storie di popoli combattenti, di culture millenarie. E’ così che scoprii il fascino della storia e che mi appassionai all’archeologia, in particolare al Medioevo.
Quindi sei partita giovanissima, sei tornata con una passione e l’hai conservata fino all’università?
In realtà la passione la conservo ancora e comunque sì non si trattava di una cosa da ragazzine, la prima laurea l’ho conseguita all’Università di Firenze in Archeologia Medievale, con una ricerca sulle strutture religiose dell’Isola d’Elba. Quello che apparentemente poteva sembrare un piccolo territorio poco importante per la storia, si è rivelato essere un luogo di cerniera tra Occidente e Oriente. Soprattutto un contesto dove ancora molte erano le domande senza alcuna ipotesi di risposta. Il bello della ricerca è anche questo, sentirsi come dei detective della storia, alla ricerca di fatti e passioni perduti nel tempo.
Prima laurea?
Perché non mi sono fermata, ho continuato fino al conseguimento di un Dottorato di Ricerca presso l’Università di Pisa, un periodo in cui ho esplorato l’area dell’alto Tirreno e i suoi monasteri.
Esplorare è la parola giusta, ricordo con grande emozione le avventure di quegli anni, quando dovevo inoltrarmi nel folto dei boschi alla ricerca di architetture dimenticate.
Nel corso degli anni tuttavia ho sentito il bisogno forte di uscire dal mondo accademico e di mettere i miei studi a disposizione degli altri in un modo diverso.
Cioè cosa hai fatto?
Prima ho curato ricerche locali con lo scopo di salvare i racconti diretti sulla vita contadina del secolo scorso, questo mi ha portato a raccogliere testimonianze di persone ancora in vita, collaborando con alcuni tecnici per la realizzazione di documentari.
Poi ho scoperto il mondo dei viaggi e la possibilità di trasmettere il mio entusiasmo per la storia e la cultura ad altre persone attraverso uno dei modi più belli: la scoperta del diverso.
Dal 2018, collaboro con Kailas, per loro accompagno come guida archeologica in Spagna, Armenia, Uzbekistan, Giordania, ma soprattutto in Scozia.
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